Yumeiho è l’Amore Dentro di Te

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Yumeiho è l’Amore Dentro di Te

“Gli uomini hanno l’abitudine di dichiarare ‘questo è’ o ‘questo non è’, ma per colui che percepisce secondo la verità e la saggezza come avvengono le cose, in questo mondo non esiste ‘non è’. E per colui che percepisce nella verità e nella saggezza come si perdono le cose in questo mondo, per lui non esiste ‘questo non è’.” – Buddha, Samyutta Nikaya

Il contatto. Un atto di avvicinamento con infinite sfumature interpretative. Se dovessimo immaginare la genesi, quella denominazione che designa il momento (atemporale e privo di spazio) della creazione dell’universo, significherebbe accettare che il primo atto di Dio è il contatto. Non solo accettiamo questo fatto, ma lo pratichiamo intuitivamente, in modo naturale e secondo quella che potremmo chiamare, senza ombra di dubbio, lo specchio della coscienza di ciascuno, quello che ci accompagna sempre.

Resta, ovviamente, la domanda per ogni essere umano: Chi sono io? Questa interrogazione ha distrutto molti miti e ne ha incoraggiati altri in modi giustificati e/o ingiustificati. Chi siamo noi, ciascuno di noi e nel nostro insieme, in realtà? Una possibile risposta, plausibile e solidamente argomentata, è la seguente: la connessione tra parte e tutto. Tutto e le sue componenti. E ritorniamo al contatto…

Probabilmente (possibilmente) il primo momento della creazione fu un contatto… uno premuto e poi esteso all’infinito. Una sorta di abbraccio che non si vergogna di essere tuttoabbracciante. Sapete, quell’abbraccio che sembra più timido all’inizio, e poi diventa sempre più intensamente naturale? Poi tutto l’universo è diventato le nostre mani, le nostre gambe, le nostre ginocchia, i nostri gomiti, le nostre fronti, la nostra integrità, le nostre preghiere. È diventato Amore. Non so come succeda (o si crei), ma ogni volta torniamo alla supplica verso noi stessi. Probabilmente è una sintomatologia divina.

Qual è la differenza tra pregare il cielo, chiedendo qualcosa, e pregare l’uomo dentro di te? È irresistibilmente semplice. L’uomo fa la differenza. L’uomo fa il Bene, il suo opposto e una sintesi di entrambe le ipostasi. Questo può essere scoperto attraverso lo sforzo, l’ascolto, l’attenzione, la ripetizione incessante, la perseveranza e molta compassione, ad esempio, attraverso la terapia Yumeiho. È, semplicemente, una ricreazione di Sé.

La terapia Yumeiho non è né la più potente né la più grande, ma è l’ipostasi in cui la dedizione di una persona verso un’altra si manifesta in modo straordinario. La terapia Yumeiho ti insegna molte cose: a trasformare il tuo rapporto con te stesso/a e con l’altro/a, a valorizzare tutte le tue risorse personali e a superare i tuoi limiti. I limiti rappresentano quella barriera che blocca (temporaneamente) la reminiscenza del Sé. Il filosofo Eraclito di Efeso ha coniato l’affermazione “Panta Rhei” (Tutto scorre). In altre parole, “Nessun uomo può entrare due volte nello stesso fiume, poiché né il fiume né l’uomo sono più gli stessi”. Sempre Eraclito ha detto questo. In sostanza (e nel Sé), Eraclito si riferiva al passare del tempo. Questo parametro esistenziale che ci condanna al Sé. Quanto è naturale essere buoni, di buon carattere, in qualche modo connessi con tutti i nostri simili, con la natura intera, con il fatto che siamo nati e che è imperativo assumere quel momento: la Nascita.

Eppure, credo in Yumeiho e nell’Uomo, in ciò che rappresenta l’immuabilità della coscienza. In altre parole, i dettagli cambiano, ma l’uomo può scegliere di rimanere, proprio come Yumeiho, lo stesso. Yumeiho è affascinante perché “cambia” per ogni persona e “trasforma” l’uomo. Yumeiho è una terapia che ti colloca con il tuo specchio senza bisogno di guardarti. Questa opportunità del Mio Io è un’azione compiuta a occhi chiusi. Una sorta di cecità innocente.

La preghiera può aiutare, ma le mani aiutano ancor di più. E le gambe aiutano. E la volontà aiuta. Tutto ciò che sei tu aiuta. L’esperienza di Yumeiho è innegabile. Impari, ti ribelli, guardi, esterni alcuni suoni lamentosi verso l’universo (da leggere “verso il cielo”), provi dolore, ti stanchi, metti le mani, comprendi (come una sinusoidale di più e di meno), ti esaurisci, leggi, rileggi, empaticamente come un fuoco continuo di dedizione. Solo che il dono è tuo. Yumeiho è il lavoro che ti offri con tutta la tua essenza, quel tipo prossimo e la differenza specifica che riguarda te, l’energia (sì, l’energia e sotto forma di denaro), la tua esistenza, tutto ciò che significa “mettersi nella normalità della vita” e nel suo scorrere. E si riferisce, in ogni istante esistenziale, alla Salute. Questa cosa, la Salute, è un fattore di equilibrio integrale che ci manca a tutti. E, molte volte, la ritroviamo nell’atteggiamento, nel modo in cui ci presentiamo di fronte alla vita. Imparando a lavorare e a praticare la terapia Yumeiho, comprendi l’importanza della sincerità con te stesso/a e dell’apertura verso (quasi) tutte le persone che incontri.

Con 100 procedure effettuate dopo 1000 ripetizioni, puoi iniziare per la 1001ª volta l’atto dell’esistenza, del lavoro di riequilibrio del Sé, dell’amore per l’uomo, del naturale atto di continuare la gioia del dono di essere nati. E la grande Gioia è quella della Presenza.

La terapia Yumeiho è un continuo apprendimento. Di Te, del Sé, dei tuoi simili. Impari cose inesplicabili senza capire, continui sapendo che arriverai, in un finale indefinito, a te stesso/a. Insegni alle tue mani, alle tue gambe, al tuo cuore e, in generale, insegni a essere ciò che sei sempre stato/a: Uomo. E, non ultimo, scopri il tuo volto quando ti volti verso il terapeuta. (Coloro che effettuano una valutazione posturale sanno perché).

Lucian Danila – Terapeuta Yumeiho, grado 3