Punto di vista psicologico sulla terapia mediante massaggio

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Punto di vista psicologico sulla terapia mediante massaggio
Sorin Iga
presidente della Societa Romena di Yumeiho,
istruttore-terapeuta di grado 6,
rappresentante internazionale dell’Istituto Internazionale di Medicina Preventiva Pratica di Tokyo – Giappone

Dal punto di vista medico si ammette (in generale) uno schema classico dell’etiologia della sindrome morbosa, definita come un disturbo nel funzionamento di un organo o di un sistema, dovuto a sua volta a alterazioni di struttura e/o di funzione cellulare evidenziabili al microscopio, lesioni, e/o mediante indagini del chimismo cellulare. Questo schema porta a percepire il malato come un “portatore di organi malati” e non come un essere umano unico, con il suo lavoro, le sue speranze e le sue paure.

Il massaggio supera questa impostazione, affermando che salute e malattia sono stati dipendenti dal funzionamento dell’intero organismo (incluso lo stato psichico della persona) e non solo di singoli organi considerati separatamente.

Questa comprensione della totalita funzionale dell’organismo umano, che anche il massaggio postula, si integra in una visione piu ampia: il malato come entita con una soggettivita distinta, che reagisce consapevolmente e inconsapevolmente di fronte alle proprie malattie, al medico, al terapeuta, alla tecnica terapeutica, ecc.; reazioni che possono sostenere o ostacolare il ritorno allo stato di salute.

Lo stato psichico e determinato/influenzato anche dallo stato di salute del corpo, e lo stato di salute del corpo e determinato/influenzato anche dallo stato psichico. Si definisce cosi una relazione di interdipendenza e di determinazione reciproca tra Psiche e Soma, postulata fin dall’antichita.

I problemi psicologici presentano particolarita specifiche nella relazione creata dalla seduta di massaggio, legate alle condizioni dell’atto terapeutico. Il massaggiatore e obbligato a coinvolgersi direttamente nell’atto terapeutico, spesso senza essere “protetto” da un sistema in cui il terapeuta e solo un “ingranaggio” di un meccanismo piu grande.

I soggetti coinvolti nella relazione massaggiatore-paziente si confronteranno con “interferenze” psicologiche varie e complesse. Di seguito presentiamo sinteticamente alcuni aspetti psicologici della terapia mediante massaggio.

  1. Problemi psicologici della terapia mediante massaggio derivati dalla relazione massaggiatore-paziente

L’importanza della relazione del massaggiatore con il malato nell’azione terapeutica e generalmente conosciuta e accettata dagli specialisti di psicologia e sociologia; si considera che le relazioni massaggiatore-paziente influenzino non solo gli aspetti pratici della terapia, ma anche l’evoluzione psichica dei soggetti coinvolti.

1.a) Attenzione alle cause soggettive

Uno dei primi aspetti osservabili nella relazione massaggiatore-terapeuta con il malato e l’attenzione aumentata, rispetto ad altre terapie, che il massaggiatore dedica alle lamentele soggettive che il paziente rivela. Questo favorisce il transfert affettivo del paziente verso il massaggiatore, fattore importante per ottenere risultati terapeutici.

1.b) Carattere diretto della relazione massaggiatore-paziente

Nella medicina moderna, la relazione medico-paziente e spesso depersonalizzata dalla mediazione tecnologica della diagnosi e limitata dal grande numero di pazienti da visitare e trattare quotidianamente. L’atto “terapeutico” diretto si riduce spesso a poche domande e alla rapida prescrizione di una ricetta. Anche quando e necessario un contatto diretto (chirurgia, esame e trattamento ortopedico, ecc.), il tempo disponibile per ogni paziente e estremamente limitato, con la sensazione, per i malati, di essere trattati “in catena di montaggio”.

L’essere umano diventa cosi un’entita nosologica, diagnosticata e inserita in un sistema terapeutico attraverso analisi ed esami, in cui il paziente viene gestito come un oggetto.

Va inoltre menzionato che nella diagnosi, nel trattamento e nel follow-up intervengono spesso piu persone e piu specialita, con conseguente mancanza di assunzione di responsabilita (il paziente viene “rimandato” da un medico all’altro). L’ultraspecializzazione e la multidisciplinarita possono generare opinioni opposte su diagnosi e/o condotta terapeutica.

Esempio: un paziente che si presenta dal medico di famiglia per una nevralgia intercostale viene indirizzato a un radiologo che individua una scoliosi e un’artrosi vertebrale e lo invia all’ortopedico (per la scoliosi), che lo invia al reumatologo (per l’artrosi), che lo invia al neurologo (per la nevralgia), che richiede anche il parere di un pneumologo (per escludere un problema polmonare), oltre agli esami di laboratorio. Quale di questi e il “medico curante”? Chi si assume esplicitamente la responsabilita del trattamento?

In contrasto, la relazione tra massaggiatore-terapeuta e paziente e diretta: si elimina il filtro della tecnologia e il “passaggio” del paziente tra discipline diverse.

Nel massaggio, inoltre, il contesto e i metodi non annullano la percezione reciproca dei due soggetti come “dedicati” l’uno all’altro. Il paziente puo tornare a essere soggetto e il massaggiatore appare come terapeuta, non come “appendice” di apparecchi o come elemento di un sistema.

Lo sviluppo tecnologico del massaggio (vibromassaggio, stimolazione neuromuscolare, poltrone e letti specifici, ecc.) non dovrebbe portare alla perdita di questo carattere diretto, essenziale per un approccio terapeutico completo.

1.c) Intimita interpersonale

Una particolarita importante della terapia mediante massaggio (e delle procedure manuali in generale) e l’intimita interpersonale tra terapeuta e paziente. La seduta e una relazione diretta “faccia a faccia”, che facilita un clima favorevole all’azione psicoterapeutica, ma richiama anche la necessita di informare il terapeuta sugli effetti iatrogeni indesiderati che questa relazione puo favorire.

Senza un controllo adeguato (da parte di un medico o di uno psicologo), il terapeuta puo diventare “vittima” dei disturbi psichici del paziente, o viceversa: i problemi psichici del terapeuta possono riflettersi sul paziente e sull’atto terapeutico.

Studi diversi indicano che circa il 40% dei pazienti che si presentano dal medico per disturbi somatici hanno in realta disturbi psichici, e la terapia per le somatopatie non produce l’effetto curativo atteso.

La psicoterapia non e necessaria solo nei casi di false somatopatie: deve sostenere anche un trattamento correttamente orientato su una patologia somatica reale, perche nel massaggio operano comunque meccanismi di transfert-controtransfert e identificazione, indipendentemente dall’accettazione consapevole della relazione. La guarigione puo essere bloccata da meccanismi psicologici generati dall’interazione del paziente con le circostanze terapeutiche.

1.d) Dipendenza affettiva

Un rischio della relazione massaggiatore-paziente e la dipendenza affettiva del paziente verso il terapeuta. Questa puo influenzare negativamente la terapia, fino a ritardare la guarigione.

La relazione creata dal massaggio ha implicazioni fisiologiche, ma anche psicologiche: l’atto terapeutico risponde anche a bisogni affettivi. L’intensita della relazione puo essere maggiore rispetto ad altri trattamenti. Un possibile effetto e la “permanenza” del paziente nello stato di malattia, che gli procura attenzioni dirette da parte del terapeuta.

La necessita di essere accudito (letteralmente e figurativamente), il fatto che il tatto sia una forma fondamentale di comunicazione diretta, il fatto che il paziente consenta il contatto su tutto il corpo anche in zone considerate “intime” (senza connotazione sessuale, o non dovrebbe averne), il fatto che il terapeuta agisca direttamente sull’area dolorosa (“prende il dolore con la mano”), tutti questi fattori rafforzano il legame affettivo. Le conseguenze possono essere piu o meno benefiche per l’atto terapeutico.

La riduzione della depersonalizzazione tecnologica rende il massaggio piu “attraente” per personalita con componente nevrotica, con rischio di prolungare indefinitamente il trattamento.

Anche il coinvolgimento affettivo del massaggiatore puo danneggiare i risultati quando l’emozione prevale sulla ragione: per esempio, una “pieta” eccessiva che porta a evitare procedure necessarie ma sgradite al paziente, oppure un “eccesso di zelo” per ottenere una guarigione rapida del paziente a cui il terapeuta e affettivamente legato.

1.e) Passivita

Il paziente torna periodicamente dal terapeuta e sopporta le procedure, ma la sua partecipazione attiva e nulla o molto ridotta.

Dal punto di vista psicologico, questa passivita favorita dal massaggio non e benefica. Il paziente deve stare dalla parte del terapeuta e non della malattia, orientandosi attivamente verso la guarigione. Non sempre, anche se puo sembrare strano, il malato desidera davvero guarire: la malattia puo dargli una certa “forza” nelle relazioni familiari o sociali, e la guarigione potrebbe rappresentare una perdita, contro cui oppone inconsciamente resistenza.

Il ruolo passivo puo accentuare la sensazione che il terapeuta sia un “aggressore” che tenta di privarlo della capacita di influenzare gli altri. L’atteggiamento verso il massaggiatore diventa ambivalente: il desiderio conscio di guarire e contrastato dal bisogno inconscio di difesa contro l’“oppressione” percepita. Questa sensazione puo essere alimentata anche da manovre percepite come aggressive o brutali (manipolazioni articolari, stiramenti, scuotimenti, tapotement, ecc.), anche quando sono necessarie. La paura e il fastidio possono avere radici sia consce sia inconsce.

La passivita e accentuata anche dal fatto che il paziente non contribuisce all’atto terapeutico come avviene in altri trattamenti (ad esempio nell’autosomministrazione dei farmaci).

Gli effetti negativi possono essere ridotti da un atteggiamento psicoterapeutico adeguato del massaggiatore. L’abbinamento del massaggio con esercizi individuali, la raccomandazione di una dieta, oltre agli effetti fisiologici, aumentano l’attivazione e la partecipazione del paziente. Anche la prescrizione della dieta e la spiegazione degli esercizi hanno implicazioni psicologiche rilevanti.

1.f) Assenza della ricetta

L’assenza di prescrizione farmacologica nel massaggio modifica sensibilmente i parametri psicologici della cura. Prescrivere e assumere un farmaco mantiene l’idea di malattia (“i farmaci si prescrivono solo ai malati”). Il farmaco e percepito come uno strumento in parte “magico”, perche pochi pazienti conoscono la farmacologia e i meccanismi chimici. La diffusione delle informazioni sugli effetti iatrogeni dei farmaci facilita l’accettazione di metodi terapeutici con effetti secondari meno dannosi.

L’autosomministrazione e accompagnata dalla riflessione sulla diagnosi scritta in modo sintetico sulla ricetta e dallo sviluppo dell’esperienza soggettiva corrispondente.

Il massaggio evita questi svantaggi restringendo l’azione terapeutica al tempo delle sedute, limitando cosi la tendenza ossessiva di alcuni pazienti. Il fatto di privare il paziente della “gratificazione” della ricetta e compensato dall’attenzione diretta verso il corpo sofferente e verso il “luogo” della sofferenza.

1.g) Sado-masochismo

Le tecniche del massaggio richiedono attenzione ad alcune caratteristiche strutturali della personalita dei due poli della relazione terapeutica, in particolare la dimensione sado-masochistica.

Il paziente puo soddisfare tendenze masochistiche, spostando lo scopo dal trattamento alla soddisfazione pulsionale, con conseguente prolungamento del trattamento e amplificazione psicogena dei disturbi somatici.

La gravita di una possibile componente sadica complementare del terapeuta non necessita commenti.

1.h) Svolgimento di un dialogo con il paziente

L’evoluzione del trattamento richiede un feedback continuo, affinche il terapeuta sappia cosa sente il paziente, sia sul piano somatico sia su quello psichico-emotivo. Cosi il dialogo si estende dal “dialogo con la malattia” a un dialogo con la persona, vista come un essere umano intero, con soggettivita e personalita definite.

La comunicazione costante condiziona la performance professionale: consente di capire come il paziente percepisce la tecnica e quali effetti produce (immediati e a lungo termine), permettendo al terapeuta di adattare la condotta terapeutica caso per caso e persino nella stessa persona in momenti diversi.

Durante la seduta il dialogo riguarda l’effetto immediato (fa male, irrita, rilassa, fa male ma “fa bene”, non sento nulla, ecc.). All’inizio di ogni seduta il terapeuta raccoglie informazioni sugli effetti a medio termine (come sono stati i giorni successivi). All’inizio di una nuova serie di sedute raccoglie informazioni sugli effetti a lungo termine (evoluzione nelle ultime settimane/mesi/anni).

  1. Problemi psicologici della terapia mediante massaggio derivati dalla relazione paziente-tecnica

2.a) Ansia

L’ansia e un moderatore importante della relazione del paziente con il terapeuta, e il massaggio produce stimoli sia attivanti sia depressivi.

Alcuni aspetti delle tecniche manuali aumentano l’ansia rispetto ad altri mezzi terapeutici. L’uso di procedure, soprattutto manipolazioni osteo-articolari (con “scrocchi”, ecc.), puo essere un trigger ansiogeno. Una preparazione psicologica del paziente prima dell’applicazione puo ridurre la tensione. L’ansia e l’attesa di procedure “pericolose” o potenzialmente dolorose possono compromettere gravemente l’atto terapeutico, fino a renderlo impossibile. Per paura, il paziente puo rifiutare le procedure che ristabiliscono l’equilibrio funzionale, o addirittura rifiutare l’intera terapia.

Pur con le sue sottigliezze, la tecnica del massaggio (escludendo le manipolazioni osteo-articolari) appare semplice e chiara, e cio puo ridurre l’ansia.

Entrare in un ambulatorio con molti dispositivi sofisticati puo creare forte ansia; nel massaggio, invece, il paziente puo osservare e persino orientare lo svolgimento dell’atto terapeutico. Questo controllo cognitivo sulla metodologia e sugli effetti e una via nota per ridurre l’ansia, aumentare la fiducia e la tolleranza al dolore (dovuto a ipersensibilita o allo stadio della patologia).

L’ansia del terapeuta si manifesta soprattutto all’inizio della professione, ma puo comparire anche dopo anni, in relazione a casi complessi in cui il coinvolgimento professionale ed emotivo e alto, ma i risultati sono insufficienti. Il terapeuta puo sviluppare un senso di “impotenza” di fronte alla sofferenza dell’altro.

2.b) Immagine di se

Il massaggio ha un impatto chiaro e concreto sull’Io del paziente, non solo fisicamente ma anche psicologicamente.

L’immagine del corpo e una componente importante dell’immagine di se. La sua integrita e una certa qualita devono rimanere relativamente costanti. Una modifica oltre limiti personali puo produrre disturbi profondi nella personalita, con ripercussioni sulla salute psichica e somatica.

La seduta puo far emergere aspetti prima non percepiti: nuove zone dolorose, limitazioni articolari non notate, “nuovi” problemi (varici non osservate, disturbi della statica vertebrale, asimmetrie morfologiche e funzionali, alterazioni del tono muscolare, ecc.). Tutto cio modifica l’immagine di se.

La consapevolezza dello “schema corporeo” favorita dal lavoro sul corpo puo restituire al soggetto la percezione della propria integralita e aiutarlo a sentirsi “intero”.

La percezione della “relaxation” durante e dopo la seduta spesso contrasta con lo stato quotidiano di tensione, facendo comprendere che cio che veniva considerato “normale” era in realta vicino al patologico.

Il soggetto puo sentirsi “piu malato” o “piu sano” prima della seduta rispetto a cio che percepisce e apprende durante, e soprattutto rispetto a cio che conclude al termine del trattamento.

Il terapeuta deve agire con tatto, equilibrando le tendenze verso valutazioni estreme dell’immagine di se. Le valutazioni negative vanno espresse gradualmente, con linguaggio diplomatico. Le informazioni su problemi “nuovi” emersi durante la seduta dovrebbero essere comunicate nella misura in cui compaiono anche buoni risultati terapeutici, salvo situazioni di rischio per la vita o rischio di complicazioni irreversibili.

2.c) Fiducia

La psicosomatica ha mostrato che l’atteggiamento del paziente verso il trattamento, verso chi lo applica, la fiducia nell’efficacia e l’accettazione affettiva della terapia sono condizioni reali e importanti della guarigione.

Nel massaggio, la diffusione ancora relativamente limitata come terapia e l’esotismo delle tecniche creano un’aura che aumenta la fiducia del paziente. L’effetto e accentuato da tecniche particolari, come le manipolazioni articolari in Yumeiho, osteopatia, chiropratica, ecc.

Una fiducia “eccessiva”, persino mistica, puo creare situazioni spiacevoli: in caso di insuccesso il paziente puo negare la competenza del massaggiatore e l’efficacia della terapia. I pazienti con fiducia ossessiva verso il terapeuta finiscono spesso per essere insoddisfatti.

2.d) Pensiero simbolico

Questo meccanismo, cioe il tentativo di influenzare un fenomeno con un’azione senza legame reale con esso (evidenziato ad esempio nelle pratiche primitive di “scacciare le malattie”), si ritrova anche in persone moderne. Puo aumentare la fiducia, ma anche generare interpretazioni errate dei meccanismi con cui il massaggio influisce sulla salute.

Questo pensiero pesa di piu nelle tecniche “moderne” che utilizzano procedure speciali (riflessologia, shiatsu, digitopressione, stretching, ecc.), percepite come piu efficaci per l’esotismo e il mistero.

Informazioni spesso vaghe o errate sulla fisiologia portano il paziente a interpretare in modo mistico il simbolismo con cui alcune metodiche sono descritte. L’introduzione dell’“extrasensoriale” e del “paranormale” induce una percezione simbolica della seduta, trasformando il terapeuta in un “taumaturgo” nella mente del paziente, con conseguenze negative per entrambi.

Le terapie orientali usano molto simbolismo, legato a culture e modi di pensare specifici. In Occidente, l’assenza del contesto culturale e storico puo generare gravi errori interpretativi. Il pensiero orientale si basa spesso su immagini (ideogrammi, pittogrammi), quello occidentale su logica e “matematica”: non si comprende “matematicamente” un simbolo orientale.

I terapeuti che praticano metodi orientali dovrebbero modificare la propria maniera di pensare e la percezione dell’esistenza e del mondo, per comprendere correttamente cio che fanno. Da questa comprensione dipende la qualita dell’atto terapeutico. La barriera linguistica e culturale (incluso il simbolismo) e difficile da superare.

2.e) Effetto placebo

E certo che l’effetto placebo partecipa anche nel massaggio al successo del trattamento. Sono stati fatti studi con conclusioni contraddittorie, stimolando zone “attive” e zone “indifferenti” per distinguere placebo ed effetti specifici.

Anche se il placebo puo migliorare lo stato del soggetto, l’applicazione di tecniche mirate (ad esempio su zone riflesse) produce effetti piu forti e complessi.

Alcuni terapeuti usano deliberatamente metodi placebo; altri, incompetenti, ottengono risultati grazie al placebo e credono che dipendano dalla loro competenza o dall’efficacia del loro metodo. In entrambi i casi la loro evoluzione professionale e compromessa; dal punto di vista deontologico e anche giuridico possono essere considerati trasgressori.

  1. Problemi psicologici della terapia mediante massaggio determinati dalla relazione massaggiatore-tecnica

La relazione massaggiatore-tecnica implica sia abilita sia atteggiamenti.

3.a) Abilita

L’applicazione delle tecniche richiede abilita fisiche e psichiche. Tra le piu importanti: abilita sensoriali (sensibilita tattile, coordinazione visuo-motoria) e cognitive (memoria tattile, memoria topografica, immagine spaziale). Sono necessarie per osservare e analizzare le variazioni morfo-fisiologiche tra pazienti, tra sani e malati e nello stesso paziente nel tempo: differenze di tono muscolare, parametri cutanei, architettura muscolo-scheletrica, anatomia topografica, patologia viscerale e riflessi cutanei/muscolari/osteo-articolari, semiologia dell’apparato locomotore, ecc.

L’applicazione delle tecniche impone anche requisiti riguardo la salute e i parametri fisici del massaggiatore (altezza, peso, mobilita, condizione fisica, ecc.).

3.b) Atteggiamenti

Gli atteggiamenti del massaggiatore verso gli aspetti tecnici sono mediati dal contesto sociale costruito attorno a questa terapia e dalla diversa visione del mondo medico rispetto alla sua efficacia.

Gli atteggiamenti si possono classificare: relazione massaggiatore-paziente, massaggiatore-societa (famiglia, amici, ambiente sociale), massaggiatore-medici, massaggiatore-terapeuti di altri metodi; atteggiamento verso la tecnica, verso le difficolta della pratica (successi, insuccessi, conflitti, stress informativo), verso i colleghi, verso la necessita di aggiornamento continuo, verso la gerarchia professionale/organizzativa.

3.c) Dissonanza cognitiva

Le persone hanno bisogno di armonizzare le proprie conoscenze. Le informazioni portate dal massaggio possono creare dissonanza cognitiva quando si sovrappongono alle credenze comuni. La dissonanza viene vissuta come disagio affettivo e gli individui cercano di ridurla anche annullando l’informazione dissonante. Il massaggiatore ha bisogno di resistenza alla dissonanza per accettare intellettualmente e affettivamente le informazioni che studio e pratica del massaggio portano.

Questa accettazione e piu difficile perche, oltre alle differenze di principi, il massaggiatore deve studiare affermazioni espresse in forme metaforiche, in un linguaggio poco astratto, difficile da tradurre in termini esatti e talvolta non accettabile scientificamente secondo la medicina contemporanea.

In altre parole, e difficile trovare un linguaggio comune preciso tra massaggiatore, medico e paziente. Le conoscenze, il modo di percepire e il significato attribuito alle informazioni possono differire molto. Ne deriva spesso il rifiuto di cio che non si comprende o di cio che contraddice cio che si considera “certo”.

3.d) Apertura al nuovo

Pur non essendo definito perfettamente, il concetto di “apertura al nuovo” esprime un bisogno attitudinale importante, collegato in parte alla resistenza alla dissonanza cognitiva.

Si osserva che chi ha resistenza all’accettazione del massaggio come terapia tende spesso ad avere resistenza anche verso nuove scoperte scientifiche. In alcuni casi, questa chiusura puo essere una difesa contro il bombardamento informativo.

3.e) Dialogo continuo con il paziente

L’apertura alle informazioni nuove e necessaria anche verso le informazioni fornite dal paziente. Il massaggiatore ha bisogno di calore umano per mantenere un dialogo continuo, indispensabile per guidare la terapia (vedi anche cap. 1.h).

3.f) Atteggiamento verso il rischio

Un tema specifico riguarda il rapporto del massaggiatore con il rischio nell’uso di alcune tecniche.

Da un lato, una certa propensione al rischio sostiene la resistenza alla dissonanza cognitiva. Il “rischio cognitivo”, cioe la temerarieta nel costruire ipotesi per colmare vuoti informativi nell’interpretazione di teorie e pratiche antiche, e spesso necessario, anche per la difficolta di ottenere informazioni rilevanti e complesse.

Dall’altro lato, il massaggiatore deve mantenere prudenza, soprattutto quando usa tecniche che possono provocare lesioni immediate o modificare in modo significativo l’assetto funzionale dell’organismo.

Rischio immediato e rischio a lungo termine:

  • rischio di fare danno subito (lesionare un muscolo, un legamento, la cute, ecc.);
  • rischio di fare danno nel lungo periodo: diretto (applicare a lungo tecniche nocive, insistere su procedure eseguite in modo scorretto o dannoso), e indiretto (assumersi casi oltre la propria competenza: dopo tempo si constata inefficacia e il paziente passa ad altre terapie, ma potrebbe essere troppo tardi, con modifiche patologiche irreversibili).

Esiste anche il rischio di generare problemi immediati che non durano a lungo e problemi che possono restare per molto tempo o per tutta la vita.

Anche l’applicazione corretta e competente del massaggio comporta rischi: la patologia puo peggiorare o possono comparire complicazioni impreviste. Anche se un peggioramento puo far parte di una “buona reattivita” terapeutica attesa, possono attivarsi meccanismi non piu controllabili, con conseguenze negative per entrambi.

Il rischio “imprevisto” riguarda problemi “nascosti” del paziente, sconosciuti o ignorati, che emergono durante la terapia e possono portare a incidenti fino al pericolo di vita.

Informare il paziente sui rischi prima di qualsiasi trattamento e obbligatorio, ma deve essere fatto con tatto: non bisogna spaventare il paziente, che potrebbe rifiutare la terapia o autosuggestionarsi sintomi gravi.

3.g) Resistenza alle pressioni

Va riconosciuto che il massaggio non e ancora pienamente generalizzato e accettato dalla societa. E conosciuto e accettato soprattutto come metodo “cosmetico”, ma poco come metodo terapeutico e/o preventivo. Questo richiede al massaggiatore una particolare resistenza alle pressioni affettive e sociali, per contrastare sfiducia e scetticismo del contesto professionale, medico e sociale.

A volte questa sfiducia e giustificata, per l’uso del massaggio terapeutico da parte di persone incompetenti (senza studi reali, non qualificate o superficialmente qualificate).

La preparazione psicologica del paziente prima della terapia e spesso necessaria e puo assicurare un miglioramento o una guarigione piu rapida; in alcuni casi condiziona persino la possibilita di applicare le metodiche.

Nella societa moderna, il massaggiatore puo accedere a molte informazioni nel proprio ambito e in quello medico generale, acquisendo un sistema di tecniche complesso con ampia applicabilita a molte patologie, dove il massaggio puo essere principale o adiuvante. Di conseguenza, il massaggiatore necessita di una solida preparazione psicologica, sia per le proprie esigenze sia per l’applicazione di elementi psicoterapeutici al paziente.

E importante anche che la popolazione riceva informazioni di qualita sul massaggio e sui suoi benefici, cosi da formare un atteggiamento psicologico coerente e corretto verso la terapia mediante massaggio.